2006 -- Il principio d'inerzia dimostrato con la Macchina di Galilei (31,2 MB -- durata 1' 35") Copyright Roberto Vergara Caffarelli PRIMA SCENA (visione di fronte): Si vede il pendolo in moto che ad ogni oscillazione intercetta una striscia di pergamena provocando un caratteristico rumore. Il periodo di un'oscillazione completa dura un secondo (più esattamente 1,03 s). La telecamera passa a inquadrare l'asta centrale a cui è fissata una scala graduata con divisioni millimetriche, lunga 2,6 m, che serve per misurare lo spazio percorso dal peso di destra. Ad intervalli SECONDA SCENA (visione di fronte): La telecamera inquadra il peso di destra che inizia a scendere in moto accelerato dovuto ad una massa di piombo (0,884 kg), che è appoggiata sul peso e si distacca dopo un percorso di 0,24 m. Sul finire si vede anche il peso di destra che sale. Si percepisce chiaramente che la velocità è costante. TERZA SCENA (carrellata): La massa di sinistra è al punto più alto e si vede la vite centrale al centro per inserire un soprappeso. Si vede inquadrato il piombo acceleratore che scorre sulla guida esterna del peso di destra, tenuto fermo da un filo di nailon. Poi si vedono in alto gli elettromagneti di destra che servono in altre esperienze. Finalmente la videocamera si allontana inquadrando la macchina. QUARTA SCENA (visione dal lato sinistro): Si vede il martelletto che serve a segnalare i passaggi del pendolo sulla verticale e la carrucola utilizzata in altra esperienza. QUINTA SCENA (visione di fronte): Prima esecuzione dell'esperimento. L'asta centrale ha una serie di ponticelli scorrevoli. Ogni ponticello ha una striscia di pergamena contro la quale urta un'asticella solidale con il peso in moto. Si regola la lunghezza del filo che sostiene il piombo che serve a imprimere sempre la stessa velocità al peso di destra, in modo che l'iniziale moto accelerato duri esattamente un'oscillazione del pendolo. Il secondo ponticello è sistemato in modo che il peso vi arrivi esattamente dopo la seconda oscillazione del pendolo. Tutti gli altri ponticelli sono posti posti a distanze uguali a quella dei primi due. Si mette in moto il pendolo e l'operatore di sinistra (Roberto Vergara Caffarelli) comincia a battere con il suo martelletto ad ogni passaggio del pendolo. Si da inizio al moto. L'operatore di destra (Stefano Gennai) batte con il suo martelletto quando l'asticella del peso urta la pergamena di un ponticello. I suoi colpi suonano all'unisono con quelli associati al pendolo. SESTA SCENA (visione dal lato destro): Si vede l'operatore di sinistra che batte ritmicamente con il suo martelletto. I colpi coincidono perfettamente con il passaggio del pendolo sulla verticale. A questi colpi si sovrappongono i colpi dell'altro martelletto, che segnala i passaggi lungo i ponticelli equidistanti. SETTIMA SCENA (visione del computer) I raggi della ruota che funge da carrucola, su cui scorre il cavo che sostiene i pesi, passano attraverso due sensori. I segnali generati dai sensori sono elaborati da un computer e mostrati sullo schermo come punti di un grafico spazio versus tempo. Sivede Claudio Luperini che delimita l'intervallo in cui i segnali corrispondono al percorso, scartando la fase iniziale di accelerazione e il rimbalzo successivo all'arrivo del peso in basso. Si possono leggere i risultati. Il moto è stato realizzato con una velocità praticamente costante v = 0,26 m/s e con una accelerazione di a = 0,01 m/s2.