Il 3 gennaio del 1954, alle 14.30, si accende anche in Italia la tv: Fulvia Colombo da Milano annuncia il primo programma ‘Arrivi e partenze’, condotto da Mike Bongiorno con la regia di Antonello Falqui. Gli abbonamenti alla tv pubblica, la Rai, nel 1954 sono 24.000, concentrati fra Milano e Torino e in gran parte sottoscritti da locali pubblici, visto che il costo annuale è di 12.500 lire, la metà di uno stipendio medio dell’epoca, e un televisore di fascia bassa costa 160.000 lire, 8 mesi di stipendio. Nonostante i costi inizialmente alti, grazie alla fruizione nei locali pubblici la tv diventa subito un fenomeno di massa, e in pochi anni esplode: televisori e abbonati si diffondono, fino a raggiungere numeri a 8 cifre. A questa storia di tecnologia, ma soprattutto di cultura e di costume, dedica una mostra fino al 15 febbraio, nel sessantesimo anniversario della prima trasmissione tv, il museo Passatempo di Rossiglione, fondato da Guido Minetti e dalla moglie Silvya Pizzorno raccogliendo oggetti di modernariato testimoni della cultura di massa del Novecento. SYLVIA PIZZORNO, COFONDATRICE MUSEO PASSATEMPO Il museo Passatempo, realizzato col concorso del comune di Rossiglione, è inserito nella rete museale delle valli Stura, Orba e Leira, che si estende da Mele a Tiglieto, ed è stata promossa dalla Provincia di Genova. DONATELLA ZUNINO, CONS. DEL. CULTURA COMUNE ROSSIGLIONE SYLVIA PIZZORNO, COFONDATRICE MUSEO PASSATEMPO Il televisore, nei primi anni, era un enorme e pesante scatolone di legno con le valvole, solennemente appoggiato sulla mensola di vetro di un carrello e collegato a uno stabilizzatore di corrente per evitare i salti di tensione. I telecomandi erano molto di là da venire, c’erano solo due grosse manopole per passare dal primo al secondo canale della tv pubblica. La prima grande innovazione arrivò negli anni ’70, insieme al passaggio dal bianco e nero al colore: grazie ai transistor, i televisori diventarono oggetti portatili, in plastica. Lo sceneggiato televisivo’ Le avventure di Pinocchio’ in cinque puntate, venne mandato in onda con grande successo per la prima volta nel 1972 e poi in numerose repliche negli anni successivi. Il regista Luigi Comencini rappresentò il romanzo di Carlo Collodi, ambientato nell’Italia rurale dell’Ottocento, con un tocco poetico e malinconico, e utilizzò nel ruolo di Geppetto Nino Manfredi, e in quello della Fata Turchina Gina Lollobrigida. Il Carosello fu, fino alla fine degli anni 70, l’unico contenitore pubblicitario della tv italiana, il più desiderato veicolo di comunicazione delle aziende, soprattutto per i prodotti mass market come auto, pulizia della casa e cura persona. Avevano a disposizione solo pochi minuti serali dopo il tg per raggiungere l’ambito target delle responsabili acquisto, milioni di casalinghe italiane, e lo fecero mutuando i format di intrattenimento del teatro di rivista, con brevi storie firmate da grandi registi e con protagonisti celebri attori del cinema e del teatro. La cultura artistica italiana si mescolava alle leggi del marketing di matrice americana, e nascevano i primi claim famosi, gli indimenticabili pay off, i jingle, e il merchandising legato ai prodotti e ai personaggi degli sketch. Poi, negli anni Ottanta, anche l’Italia si modernizzò, con l’esplosione delle tv commerciali e l’arrivo delle grandi sigle della pubblicità a stelle e strisce. servizio di: Filippo Cartosio riprese e montaggio: Massimo Ferrari 2014©Produzione Ufficio Comunicazione della Provincia di Genova www.provincia.genova.it/ www.cittametropolitana.genova.it Rimanete in contatto con noi iscrivendovi al canale: bit.ly/1aJFAFl