“La prima pattuglia russa giunse in vista del campo verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945. Erano quattro giovani soldati a cavallo che procedevano guardinghi con i mitragliatori imbracciati… Fummo Charles ed io i primi a scorgerla: stavamo trasportando alla fossa comune il cadavere di Somogyi, il primo dei morti tra i nostri compagni di camera…” Così Primo Levi nella Tregua descrive l’inizio della liberazione di Auschwitz settant’anni fa, il 27 gennaio 1945. La data dell’abbattimento dei cancelli del più terrificante fra i lager degli stermini nazisti che strapparono la vita a 6.000.000 di ebrei nella Shoah e ad oltre 5.000.000 di oppositori politici, prigionieri di guerra, nomadi, testimoni di Geova, omosessuali, disabili, mendicanti è stata scelta per celebrare il Giorno della Memoria, istituito con la legge 211 del 2000. Nella cerimonia ufficiale di Genova a Palazzo Ducale con tutte le istituzioni, l’Aned, la Comunità Ebraica, associazioni, insegnanti e studenti di molte scuole Marco Doria, sindaco di Genova e della Città Metropolitana ha richiamato l’attualità dell’impegno della memoria. MARCO DORIA, sindaco di Genova e della Città metropolitana L’abisso del male del ‘900 ha una sua tragica unicità – ha detto Doria - segnata dal razzismo e dall’antisemitismo assunti da regimi dittatoriali di nazioni come la Germania nazista e l’Italia fascista che posero tutti i loro strumenti di stato al servizio di un’ideologia razzista e antisemita, comprese le ferrovie, simbolo di modernità e di una società tecnologicamente avanzata, che nelle persecuzioni e negli stermini servirono però a portare milioni di persone alla loro ultima destinazione nei lager. MARCO DORIA, sindaco di Genova e della Città metropolitana L’attualità, dunque, della memoria, per affermare la consapevolezza dei valori universali e la capacità di distinguere fra perseguitati e persecutori e individuare i meccanismi che alimentano oggi il razzismo e l’intolleranza. MARCO DORIA, sindaco di Genova e della Città metropolitana L’oratore ufficiale della cerimonia, il professor Bruno Maida dell’Università di Torino, autore anche del libro la Shoah dei bambini, ha sottolineato che il tentativo nazifascista di stroncare il rapporto fra futuro e memoria nello sterminio degli ebrei partì proprio dai più piccoli. BRUNO MAIDA, docente Scienze della Formazione Università di Torino servizio di: Stefano Villa riprese e montaggio: Massimo Cevasco 2015©Produzione Ufficio Comunicazione della Città Metropolitana di Genova www.cittametropolitana.genova.it Rimanete in contatto con noi iscrivendovi al canale: bit.ly/1aJFAFl