Nato francese il 4 luglio 1807 a Nizza allora collegata al I° Impero, è figlio di un Genovese, Domenico Garibaldi, capitano al cabotaggio. Suo padre gli ispira il culto della Libertà e la sua madre quello dell'Italia temporaneamente spezzettata. Allievo di un sacerdote e di un ufficiale, è mozzo a 13 anni sulla "Santa Réparate" paterna e viaggia fino a Odessa. Partecipando al sollevamento del Carbonari nel 1834, è condannato a morte ma riesce a raggiungere Marsiglia. Riprende il mare per andare sostenere la sommossa del Rio Grande do Sul in Brasile, diventa capo delle truppe rivoluzionarie, conosce Anita Riveiro che gli darà quattro figli, Menotti, Rosita, Teresita e Ricciotti. Partecipa alla sommossa dell'Uruguay contro l'Argentina e crea la Legione Garibaldina. In seguito diventa comandante in capo della Marina Uruguayana. La vittoria di San Antonio (1846) è salutata dagli Inglesi ed i Francesi e lo rende famoso. In 1848, arma un brigantino e lascia Montevideo, diretto in Italia. Impegnato nella guerra contro l'Austria, la sconfitta di Novara lo costringe a ripiegarsi in Svizzera. Di ritorno a Nizza, raggiunge Roma dove la Repubblica è stata proclamata l'8 febbraio 1848. Assediato dagli Austriaci ed i Francesi, è forzato alla ritirata attraverso l'Appennino e trova rifugio a San Marino. Anita, che lo accompagna, conoscerà una morte drammatica e romantica nella foresta di Ravenna. Esiliato in America fino al 1859, Garibaldi prenderà parte attiva alle Guerre d'Independenza. Nel 1860 conduce la spedizione dei Mille che libera il Regno delle due Sicilie, quindi combatte su diversi fronti austriaci fino a 1870. Nel 1871, accorre all'appello di Gambetta, con un corpo di garibaldini, e si porta a Digione a soccorrere i francesi vinti dai prussiani. Si ritira a Caprera dove morirà nel 1882.